Spatial sensibility alteration in developmental dyslexia.

Alterazione della sensibilita’ spaziale nella dislessia evolutiva. 

Carlo Aleci.

8th Refresher course AIORAO, Milan, November, 5th, 2011.

According to wide literature, in a number of dyslexics the visual perception would be impaired both in the spatial and temporal domain. Such a defect would affect functions as contrast sensitivity, motion perception, contour integration, the so-called lateral masking (even known as ‘crowding effect’) and attentional processes. The question on which is the common factor underlying these heterogeneous anomalies and how they can influence the reading performance remains a matter of debate. The conflictual evidence of impaired saccadic ocular movements adds to the other likely etiopatogenetical solutions. However, such a finding would not explain comprehensively the visuoperceptual symptoms as reported by the patients.

Recently, we suggested an alteration of the spatial relationship perception may take place as well in dyslexic patients. We hypothesized an anomamous vertical anisotropy may account for the typical defects as described in literature and, indirectly, to prompt a disruption of the saccadic balance.

The development of two psychophysical tests allowed us to measure the anisotropy level in dyslexics (eidomorphometry™) and its possible effect at a lexical level (Reading Performance Test, REPORT™).

Quantifying such fine visuoperceptive distortions might disclose new investigative perspectives and allow to develop rehabilitation programs even in the neurophtalmological and orthoptical field.

 

Secondo una vasta letteratura, in una sottoclasse di dislessia evolutiva vi è un’alterazione della percezione visiva sia nel dominio dello spazio che del tempo. Questo deficit interessa funzioni quali la sensibilità al contrasto, la percezione del movimento, la percezione dei contorni, il cosiddetto mascheramento laterale (meglio noto come effetto crowding) fino a coinvolgere aspetti correlati ai processi attentivi. Il problema di quale sia il comun denominatore di queste eterogenee anomalìe e di come possano influire sulla pratica di lettura resta un punto insoluto. Alla soluzione eziopatogenetica dei meccanismi sottostanti la dislessia si aggiunge la controversa evidenza di un’alterazione dei movimenti oculari fini nei pazienti che non sembra potersi coniugare con le anomalìe riscontrate in ambito visupercettivo.

Recentemente abbiamo evidenziato la presenza di un’alterazione della percezione dei rapporti spaziali in pazienti dislessici ed abbiamo ipotizzato che sia proprio un’anomala anisotropia verticale a determinare i difetti descritti in letteratura ed indirettamente ad indurre uno scardinamento secondario dell’assetto saccadico. La messa a punto di due test psicofisici, ci ha permesso di misurare il grado di anisotropia nei dislessici (eidomorfometria) ed il possibile effetto a livello lessicale (Reading Performance Test, REPORT). La quantificazione di tali, sottili distorsioni visuopercettive può schiudere nuove prospettive di indagine, contribuendo ad aprire la strada a mirati interventi riabilitativi di pertinenza ortottica ed oftalmologica.

 

© 2024 CARLO ALECI MD, Ph.D. All Rights Reserved.