Cataratta

Cataratta

 

 

Quanto segue è una descrizione puramente informativa ed in nessun modo deve essere considerata uno strumento per l’autodiagnosi. Il linguaggio utilizzato è volutamente il meno tecnico possibile per facilitare la comprensione.

Alcune considerazioni su diagnosi e terapia derivano dall’opinione personale dell’autore.

In presenza dei sintomi descritti è consigliabile sottoporsi a consulto oculistico

 

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La cataratta è l'opacizzazione del cristallino, la lente posta dietro l’iride che, come l’obbiettivo di una macchina fotografica, mette a fuoco l’immagine sulla retina. Da un punto di vista epidemiologico, la cataratta è una delle principali causa di cecità nel mondo.

Tra i diversi tipi di cataratta,  la forma più comune è la cataratta senile. Il fattore di rischio più importante per la cataratta senile è l’età, associato a fumo di sigaretta, raggi ultravioletti e familiarità.

Il sintomo principale è il calo progressivo (a volte piuttosto rapido, a volte lento o molto lento) della vista o una sensazione di visione annebbiata. Quando il processo di denaturazione delle proteine che porta all’opacizzazione del cristallino ne modifica l’indice di refrazione, pazienti che non lo erano mai stati possono diventare miopi, o la loro preesistente miopia può peggiorare, od infine una loro ipermetropia preesistente può risultare ridotta e si accorgono di riuscire a leggere il giornale anche senza lenti. In questo caso, dunque, il miglioramento deve essere considerato sospetto.  

All'inizio i pazienti con cataratta iniziale possono continuare a vedere bene a patto che indossino lenti adeguate. Date le caratteristiche evolutive della malattia, queste lenti saranno periodicamente da aggiornare. Alla fine, comunque si arriverà ad una diminuzione dell’acuità visiva non più correggibile con gli occhialli, per cui è indicato l'intervento chirurgico.

La diagnosi di cataratta non è difficile e si pone durante una normale visita oculistica.
La sua estrazione della cataratta prevde l’uso di ultrasuoni con l’obbiettivo di liquefare e poi risucchiare attraverso un sottilissimo manipolo il tessuto opacato, e la sua sostituzione con una lente artificiale.

Una forma particolare è la cataratta congenita, che si caratterizza per la presenza fin dalla nascita di opacità parziali o totali del cristallino. Dipende da fattori ereditari, malattie contratte dalla madre durante la gravidanza (come rosolia o toxoplasmosi), disordini metabolici od alterazioni cromosomiche. Deve fare sospettare una cataratta congenita la presenza di un riflesso bianco nella pupilla del bambino (leucocoria), e la tendenza a storcere un occhio. In questi casi è indispensabile sottoporre il piccolo paziente a una accurata visita specialistica, perché questa condizione può minacciare il normale sviluppo visivo.

L’ opacizzazione del cristallino può essere infine legata a traumi come in caso di cataratta traumatica secondaria a traumi penetranti, ad alterazioni del metabolismo (cataratta metabolica), a malattie sistemiche o a farmaci (cataratta iatrogena, come nel caso di uso proolungato di cortisonici).

L'intervento chirurgico è l'unica soluzione al problema della cataratta. LE TEMPISTICHE DI INTERVENTO SONO UNA QUESTIONE DA DISCUTERE ED APPROFONDIRE CON IL PROPRIO OCULISTA: SE UN INTERVENTO TARDIVO E' SCONSIGLIABILE PER L'AUMENTO DELLE POSSIBILI COMPLICANZE INTRAOPERATORIE E POSTOPERATORIE, UN INTERVENTO TROPPO PRECOCE E' DISCUTIBILE NELL'OTTICA DEL RAPPORTO BENEFICIO/RISCHIO.

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