Lacrimazione, prurito, senso di corpo estraneo
Lacrimazione, Prurito, Senso Di Corpo Estraneo, Bruciore.
Quanto segue è una descrizione puramente informativa ed in nessun modo deve essere considerata uno strumento per l’autodiagnosi. Il linguaggio utilizzato è volutamente il meno tecnico possibile per facilitare la comprensione.
Alcune considerazioni su diagnosi e terapia derivano dall’opinione personale dell’autore.
In presenza dei sintomi descritti è consigliabile sottoporsi a consulto oculistico
LE VISITE OCULISTICHE SONO EROGATE IL MARTEDI POMERIGGIO IN P.ZA STATUTO 5, PRIMO PIANO A TORINO.
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Sintomi aspecifici quali lacrimazione, prurito, senso di corpo estraneo, bruciore, possono essere determinati da diverse condizioni cliniche. Tra le più frequenti vi è la sindrome da occhio secco (o sindrome da disconforto oculare) e le congiuntiviti.
La sindrome da occhio secco è tra le condizioni patologiche più frequenti in oftalmologia ed è dovuta ad una disfunzione nella produzione del film lacrimale, vale a dire del sottile velo di lacrime che dovrebbe costantemente ed uniformemente bagnare la superficie dell’occhio.
Ricordiamo che la superficie dell’occhio è la parte esposta ed è formata dalla cornea, un tessuto trasparente che lascia intravedere il retrostante colore dell’iride (castano, azzurro, verde) e dalla congiuntiva, anch’essa trasparente (benché altamente vascolarizzata), che ricopre la parte bianca del bulbo oculare, definita sclera. La congiuntiva tappezza la sclera indietro fino ad un certo punto, per poi ripiegarsi e rivestire la superficie interna (normalmente non visibile) delle palpebre. Abbassando la palpebra inferiore o evertendo quella superiore si esporrà la congiuntiva palpebrale e il recesso congiuntivale (fornice).
A secernere le lacrime provvedono apposite ghiandole, le ghiandole lacrimali. Le ghiandole lacrimali secernono i tre ingredienti del film lacrimale: grasso, acqua e muco: la proporzione tra grasso, acqua e muco è costante e non deve variare nel corso del tempo.
Dunque perché il film lacrimale sia sano, occorre:
1- Che la quantità totale prodotta sia adeguata
2- Che la proporzione tra grasso, acqua e muco non cambi.
Se la produzione di lacrime non è più efficiente sia perché la quantità totale è ridotta, sia perché lo è un componente rispetto agli altri, sia per entrambe le ragioni, può insorgere una sindrome da disconforto oculare.
I sintomi della sindrome da disconforto oculare sono variabili, ma possono essere riassunti in:
- Senso di occhio secco, “asciutto”, spesso con sensazione di sabbia.
- Lacrimazione. Questo apparente paradosso è facile da spiegare: se l’occhio è secco, la superficie oculare tende a screpolarsi, inducendo una sensazione di sabbia o corpo estraneo. Tale irritazione stimola le ghiandole lacrimali a secernere un quantitativo di lacrime maggiore del normale.
- L’irritazione della superficie oculare sii accompagna a modesta infiammazione congiuntivale: da qui il moderato arrossamento degli occhi.
- La ridotta produzione della componente acquosa, associata all’irritazione della superficie oculare, favorisce la secrezione del muco. Il muco, spalmandosi o formando grumi sulla cornea, può essere responsabile dei transitori offuscamenti di vista spesso accusati dai pazienti. Tali offuscamenti tendono a sparire con l’ammiccamento, cioè sbattendo le palpebre.
- Le lacrime devono distribuirsi uniformemente sulla superficie dell’occhio, in particolar modo sulla cornea, come l’acqua in un acquitrino. Una loro ridotta quantità farà sì che il livello dell’acqua, già basso, diminuisca in fretta per via dell’evaporazione quando l’occhio è aperto, favorendo la comparsa di aree asciutte. Nel tentativo di ridistribuire le lacrime su tutta la superficie della cornea, si ha in questi pazienti l’aumento della frequenza di ammiccamento: in altre parole i pazienti tenderanno a “sbattere” le palpebre con frequenza.
Il trattamento della sindrome da disconforto oculare è tutt’altro che semplice: se l’arma terapeutica più diffusa è la prescrizione di colliri che “mimano le lacrime”, noti anche come “lacrime artificiali”, non bisogna ignorare altre condizioni cliniche passibili di cura, come l’irritazione dei margini palpebrali (blefarite). A seconda poi della compromissione elettiva delle tre componenti delle lacrime, la terapia dovrà essere orientata in modo da ripristinare quella deficitaria, dunque ristabilire il giusto equilibrio.
L'uso delle lacrime artificiali è da continuare per tutta la vita.
Tra le complicanze dell’occhio secco, frequenti sono piccolissime erosioni della superficie corneale che contribuiscono ad alimentare il fastidio.
In caso di cattiva chiusura delle palpebre, come può avvenire per paresi del nervo faciale o durante il sonno, è necessario proteggere la superficie corneale inferiore, esposta all’aria, per evitare la comparsa di pericolose complicanze.
Se la lacrimazione interessa un solo occhio, può essere dovuta a un restringimento del canalino di quell’occhio che drena le lacrime nel sacco lacrimale, che a sua volta le scarica nel naso. In questo caso una manovra di dilatazione del canalino lacrimale con un apposito strumento e successiva instillazione di acqua con una piccola sonda dilata il condotto, migliorando la sintomatologia. Nel caso il condotto sia completamente ostruito (dacriostenosi), è necessario procedere a una radiografia del sistema di drenaggio delle lacrime previa instillazione di un mezzo di contrasto nel canalino. In seguito, un intervento chirurgico (in certi casi possibile anche per via endoscopica) può essere risolutivo.
Congiuntivite
La congiuntivite è l’infiammazione della congiuntiva. Quando un tessuto si infiamma i vasi sanguigni che lo nutrono si dilatano, determinando il caratteristico arrossamento. Tende inoltre ad aumentare la produzione di muco, per cui l’occhio, oltre a dolere e lacrimare, si sporca, e le palpebre tendono a restare appiccicate, con difficoltà di apertura al risveglio. A seconda dell'eziologia della congiuntivite, i sintomi possono differire: il prurito è preponderante nelle forme allergiche (che sono solitamente bilaterali,) la secrezione in quelle batteriche, mentre la comparsa di ghiandole palpabili sotto la mandibola (linfoadenopatia sottoangolomandibolare) o davanti al lobo dell'orecchio (linfoadenopatia preauricolare), e faringite è tipica di certe forme virali. Certe forme virali, quelle da adenovirus, tipicamente si complicano in cheratocongiuntiviti, con comparsa di fini opacità tondeggianti sulla cornea. Tali nubecole possono ridurre l'acuità visiva e tendono a regredire lentamente. I famigliari devono fare particolarmente attenzione perché si tratta di forme estremamente contagiose.
Le congiuntiviti non sono mai da sottovalutare in quanto in certi casi il processo infiammatorio può estendersi alla cornea, con rischio di compromissione visiva.
Un occhio che oltre a essere rosso e dolente vede anche annebbiato, può essere espressione di un’infiammazione dell'uvea, lo strato intermedio del bulbo oculare (uveite) o addirittura di un attacco di glaucoma acuto: si tratta di forme che richiedono trattamenti più aggressivi ed eventualmente l’ospedalizzazione.
Infine sintomi aspecifici e propri di una sindrome da occhio secco possono dipendere da una congiuntivite cronica, misconosciuta perché blanda. In questi casi il quadro potrebbe risolversi con un’appropriata terapia antibiotica, purché la diagnosi venga posta correttamente.