Glaucoma

Il Glaucoma

 

Quanto segue è una descrizione puramente informativa ed in nessun modo deve essere considerata uno strumento per l’autodiagnosi. Il linguaggio utilizzato è volutamente il meno tecnico possibile per facilitare la comprensione.

Alcune considerazioni su diagnosi e terapia derivano dall’opinione personale dell’autore.

In presenza dei sintomi descritti è consigliabile sottoporsi a consulto oculistico

 

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Il glaucoma rappresenta un ampio spettro di malattie oculari caratterizzate da un danno progressivo al nervo ottico e allo strato delle fibre nervose retiniche, con associato difetto del campo visivo (cioè della porzione di spazio che viene percepita ai lati, al di sopra ed al di sotto dell’oggetto che si sta fissando). Nella sua forma cronica (glaucoma cronico semplice), quella più diffusa, la progressiva perdita delle fibre nervose retiniche determina una concomitante escavazione della testa del nervo ottico (la papilla ottica), vale a dire della regione sulla retina in corrispondenza della quale le fibre che conducono l’impulso nervoso si raccolgono per dirigersi verso il cervello. La morte delle fibre, lentissima ma progressiva, porta a una perdita irreversibile del campo visivo, dellla quale il paziente può acorgersi molto tardi.

Le cause che determinano il glaucoma cronico semplice non sono del tutto note. Ciò che si sa per certo è che l’elevata pressione intraoculare è il principale fattore di rischio. Ad esso si associano cofattori quali l’ereditarietà, l’età, particolari condizioni refrattive (miopia in un particolare variante cronica di glaucoma, ipermetropia nella sua forma acuta), ipotensione arteriosa notturna, sidrome delle apnee notturne, e certe malattie sistemiche. Anche farmaci assunti per periodi protratti di tempo, come il cortisone, possono indurre un glaucoma definito iatrogeno.

Dunque il glaucoma cronico, questo ladro silenzioso della vista, a differenza della sua forma acuta o di altre patologie oculari non dà sintomi, dunque può essere scoperto solo durante una visita specialistica.

La diagnosi di glaucoma, da farsi precocemente data l'irreversibilità del danno visivo che la malattia determina, non è semplice.

Innanzitutto non basta una sola misura della pressione oculare per stabilire che il paziente deve essere messo in terapia, così come non basta una singola misura della pressione del sangue per stabilire se si è o meno ipertesi. Si consideri a questo proposito che la terapia per il glaucoma, così come quella per l’ipertensione arteriosa, quando si inizia molto spesso deve essere continuata a tempo indefinito.

La diagnosi di glaucoma è invece frutto di una valutazione approfondita e ponderata, che si avvale di misure ripetute della pressione dell’occhio e di un'accurata ispezione della testa del nervo ottico. In caso di sospetto è buona regola rimisurare la pressione dell’occhio in diversi momenti della giornata (curva tonometrica), sottoporre il paziente a particolari test di stimolazione, misurare lo spessore della cornea con una tecnica non invasiva chiamata pachimetria (infatti a cornee più spesse corrisponde una pressione oculare più bassa di quella misurata, e viceversa), raccogliere una scrupolosa anamnesi su familiarità e co-morbidità ed eseguire un esame automatico del campo visivo (perimetria).

Esiste una condizione clinica, chiamata glaucoma a pressione critica bassa o glaucoma a pressione normale, in cui il nervo ottico si deteriora sebbene la pressione oculare misurata sia normale. 

Sulla base dei risultati ottenuti si deciderà dunque se iniziare o meno una cura, che, generalmente, è medica e mira ad abbassare la pressione oculare. Si tratta di una cura da continuare a tempo indefinito, e prevede l'instillazione di colliri a base di farmaci che riducono la produzione dell'umore acqueo (il liquido prodotto all'interno dell'occhio responsabile dell'aumento della pressione oculare) o che ne favoriscono il deflusso; nel caso in cui la terapia medica non si riveli sufficiente si passerà a trattamenti parachirurgici o chirurgici. Questi ultimi, in particolare, sono notevolmente progrediti negli ultimi anni, con migliori risultati e rischi ridotti.

Si ricordi che il glaucoma come tale presuppone la presenza di danni documentabili al campo visivo, mentre nel caso di pressione dell’occhio elevata in assenza di danno perimetrico si parlerà di ipertensione oculare. La differenza non è triviale, in quanto si è visto che molti ipertesi oculari non sviluppano il glaucoma nel corso della loro vita; è però vero anche il contrario: molti soggetti con una pressione oculare non superiore a quella considerata normale possono divenire glaucomatosi se affetti da glaucoma a pressione normale (quella particolare forma di glaucoma cui abbiamo già accennato). E' buona regola pertanto non basarsi mai solo sulla misura della pressione dell’occhio per gestire la malattia.

In presenza di glaucoma o di ipertensione oculare diagnosticata è necessaria una stretta sorveglianza del paziente, con esami periodici del campo visivo e della pressione dell’occhio. Per essere certi dell’efficacia della terapia è necessario che la pressione dell’occhio sia costantemente nei limiti di norma e che  il campo visivo non peggiori. Le funzioni implementate  nei moderni perimetri (gli strumenti per l’esame del campo visivo) aiutano a questo scopo. Noi preferiamo, una volta raccolto un numero minimo di esami perimetrici, procedere con un’analisi di regressione lineare, una particolare analisi statistica che indica quanto è probabile che il danno al campo visivo stia evolvendo.

In presenza di glaucoma o di ipertensione oculare diagnosticata in un paziente è importante che anche i familiari si sottopongano a una visita, considerata l’importanza che la componente ereditaria riveste in questa condizione clinica.

Sebbene ad oggi di glaucoma cronico non si possa guarire e se non curato può condurre a cecità,  un'attenta e periodica sorveglianza del paziente è la migliore garanzia per una normale qualità della vita.

In occhi spesso predisposti  (ipermetropi) la pressione oculare può alzarsi improvvisamente raggiungendo valori anche molto elevati. Una simile condizione, definita attacco di glaucoma acuto, si accompagna a un dolore oculare molto intenso, spesso associato a malessere generalizzato e a vomito. La vista nell’occhio interessato, che appare molto arrossato, è solitamente ridotta perché la pressione del liquido all’interno dell’occhio è tale da farlo penetrare nella cornea (edema corneale), compromettendo la sua perfetta trasparenza. Questi casi, che sono da considerare un’emergenza medica, richiedono l’abbassamento rapido della pressione dell’occhio con opportune terapie da somministrare endovena e/o per bocca, e l'instillazione di opportuni colliri. Per risolvere l’attacco attuale o per prevenirne un secondo è spesso necessario praticare con il laser un piccolissimo foro nell’iride (iridoclasia) per favorire il deflusso dell'cqueo dall'occhio. Se anche l'altro occhio, come spesso capita, è  predisposto a un attacco di glaucoma acuto, si deve programmare un secondo trattamento. L'iridoclasia non è un intervento chirurgico e non si effettua in sala operatoria.

Un aumento della pressione oculare può associarsi ad infiammazione di uno dei tre gusci sovrapposti che formano il bulbo oculare: l’uvea. In caso di uveiti ipertensive, oltre all’aumento della pressione dell’occhio è necessario curare anche l’infiammazione associata e comprenderne la causa.

 

IL GLAUCOMA PIU' DI ALTRE CONDIZIONI OCULISTICHE RICHIEDE UN PROFONDO RAPPORTO DI FIDUCIA TRA MEDICO E PAZIENTE: UN RAPPORTO NEL QUALE L'ASSISTITO DEVE SEGUIRE SCRUPOLOSAMENTE LE INDICAZIONI E LE PRESCRIZIONE DELL'OCULISTA MENTRE IL MEDICO DEVE ESSERE DISPONIBILE A DIRIMERE OGNI SUO DUBBIO, A CONSIGLIARLO E A TRANQULLIZZARLO CIRCA IL SUO FUTURO.

 

 

 

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