Applicazioni cliniche delle tecniche psicofisiche. I. L’acuità visiva
In collaborazione con Claudio Rosa, CO, OD
La percezione è la capacità di esperire con i sensi uno stimolo esterno. In oftalmologia lo stimolo esterno è l’onda elettromagnetica che, interagendo con le unità funzionali retiniche, determina una sensazione. Tale sensazione si manifesta nella capacità di detezione e di discriminazione visiva, compiti che sono quantificabili in termini di soglia, ossia di minima intensità dello stimolo necessaria a evocare una risposta.
Nell’ambito della visione l’esame psicofisico più conosciuto e somministrato è la stima dell’acuità visiva, che misura la soglia di percezione dei dettagli. Tale parametro, infatti, è fondamentale per la diagnosi e il controllo della progressione dei difetti refrattivi e di molte malattie oftalmologiche.
L’acuità visiva recluta innanzitutto il compito di detezione, che differenzia uno stato di stimolazione da uno stato di non-stimolazione: uno stato di stimolazione è ad esempio una piccola interruzione lungo il contorno di un anello, com’è il caso dei Landolt “C”, oppure tre barre parallele a costituire gli ottotipi di Albini.
Sebbene questi due paradigmi siano utilizzati da tempo nella pratica clinica, l’acuità visiva si misura di solito con simboli alfanumerici. In questo caso l’esame richiede una performance di livello superiore: per risolvere il test, infatti, non è sufficiente il compito di detezione (riconoscere la presenza di uno stato di stimolazione) ma è necessario distinguere dettagli che costituiscono stimoli più complessi, come lettere e numeri, con l’obiettivo finale di identificarli (compito di ricognizione).
Accanto a queste procedure, che sono psicofisiche, sono stati sviluppati metodi obiettivi, tecniche cioè che non richiedono la partecipazione attiva dell’esaminando e che sono dunque le sole utilizzabili in soggetti non collaboranti, in simulatori, o in bambini in età preverbale: un esempio è l’Oktotype di Aleci, che sfrutta il fenomeno del nistagmo optocinetico.
Di seguito sono riportati i principi psicofisici atti alla misurazione dell’acuità visiva e le procedure comunemente utilizzate.
Parole chiave: Acuità Visiva, Detezione, Discriminazione, Landolt, Albini, ETDRS, Visione Preferenziale, Nistagmo Optocinetico, OktotypeÔ.